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Informazione culturale sul paese Manuale di grammatica Ddizionario del corso

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Informazione culturale della lezione 1

Che cos'è la carta di immigrazione e come compilarla?

миграционная карта

Al momento del vostro arrivo in Russia, è necessario che compiliate la carta migratoria. Si tratta di un piccolo, semplice questionario, che probabilmente avete già compilato altre volte. Il problema è che molto spesso la carta di immigrazione viene fornita unicamente in lingua russa; per questo motivo vogliamo spiegarvi come compilarla. Sulla carta potete scrivere in caratteri latini: фамилия (cognome), имя (nome), отчество (patronimico, non è obbligatorio), дата рождения (data di nascita - giorno, mese, anno), пол (sesso -maschio o femmina), документ, удостоверяющий личность (documento attestante la vostra identità, si tratta, ovviamente, del vostro passaporto). Successivamente, dovete spiegare lo scopo della vostra visita: служебный визит (affari), туризм (turismo), учеба (studio), работа (lavoro), чaстный визит (visita privata), транзит (transito). Sottolineate la risposta scelta. A destra c’è una colonna, nella quale vi è richiesto di dare informazioni sull’organizzazione o sulla persona che vi ha invitati in Russia: il nome dell’organizzazione e il suo indirizzo (quest’ultimo non è obbligatorio). Ci sono ancora due punti importanti: il numero del visto e il numero dell’invito d’ingresso nel paese.L’ultimo dato da fornire è la durata del soggiorno in Russia, - da quale giorno a quale giorno. Occorre infine firmare nell’angolo a destra.

Gli aeroporti di Mosca

Аэропорты

A Mosca ci sono tre aeroporti: Sheremet’evo, Vnukovo e Domodedovo. Da ogni aeroporto si può raggiungere la città in taxi o in autobus. Il taxi si può prenotare in anticipo o direttamente in aeroporto, il costo fino al centro città è di 1000 – 1500 rubli. Nel caso atterriate all’aeroporto Domodedovo, per arrivare in centro esiste un servizio di treno diretto estremamente comodo, il costo del biglietto è di 200 rubli.

All’uscita dall’aeroporto troverete molti autisti di mezzi privati che si offriranno di accompagnarvi con la loro macchina. Questo servizio è caro, e non privo di pericoli.

Perché i russi non sorridono?

Улыбка

Se lo domandano spesso gli stranieri, soprattutto quelli che arrivano in Russia per la prima volta; è la prima cosa che salta agli occhi: <> - pensano. <> - suggeriscono altri. <>, altri ancora giungono a questa conclusione. E insomma è vero, che i russi non ridono e non sorridono?

Certo che no! i russi adorano barzellette e battute, solitamente preferiscono le commedie alle tragedie, e ai concerti in cui partecipano commedianti e showman le sale sono sempre strapiene. I russi amano ridere, e ne sono capacissimi!

Tuttavia, se è vero che il russo sorride e ride con piacere e facilità quando è in mezzo ad amici o parenti, è anche vero che la semplice abitudine di sorridere per la strada a uno straniero non è ancora diventata norma di bon ton nella Russia contemporanea. A causa di una serie di particolarità storiche, culturali, di tradizioni affermatesi, il sorriso di cortesia rivolto allo sconosciuto (ed è proprio questo l'importante: che si tratta di uno sconosciuto, diun "estraneo"), in Russia non è mai entrato a far parte come elemento necessario della cultura popolare nei rapporti interpersonali (a differenza, per esempio, di paesi orientali quali la Cina o il Giappone).

Negli ultimi tempi, sotto l’influsso della cultura sia occidentale, che orientale, il sorriso come elemento di semplice cortesia, come norma di buona educazione sta gradualmente comparendo sul volto dei russi, sebbene per ora solo nella sfera del servizio. Vi sorrideranno quasi sempre in un ristorante costoso, in una boutique alla moda, in un hotel di alto livello, - in qualunque luogo voi siate un cliente desiderato. Negli altri ambienti di vita quotidiana questo processo non avanza tanto velocemente.

Se volete convincervi che i russi sono amichevoli, gentili e educati, provate a rivolgere una domanda o una richiesta a qualunque sconosciuto per la strada. Avvicinatevi con un sorriso e molto semplicemente dite: «Извините, пожалуйста. Я иностранец, плохо знаю город (язык, страну, правила и т.п.). Я не знаю, где мне (купить билет, найти остановку, станцию метро, выпить кофе…). Помогите мне, пожалуйста…» <>Vedrete da soli il risultato!

Informazione culturale della lezione 2

Come rivolgersi ad una persona sconosciuta: le forme «Молодой человек!» e «Девушка!»

Человек

Una caratteristica della lingua russa di oggi è che essa non presenta espressioni comuni e neutrali, con le quali possiamo rivolgerci ad una persona sconosciuta, uomo o donna che sia.

Prima della rivoluzione del 1917 tali apposite parole esistevano: erano сударь e сударыня, господин e госпожа, cioè «signore» e «signora». La rivoluzione modificò non solo la vita dei russi, ma anche la loro lingua e il loro modo di parlare. Nella lingua parlata iniziò a diffondersi l’uso del termine товарищ (compagno), con il quale ci si poteva rivolgere sia ad un uomo, che a una donna. Nelle relazioni ufficiali, e in particolar modo nei documenti scritti, ci si serviva della parola гражданин (cittadino).

Con la caduta dell’Unione Sovietica «uscì di scena» anche il termine товарищ, senza che comparisse un termine sostitutivo. Il posto lasciato vuoto fu occupato dalle espressioni молодой человек (giovanotto) e девушка (ragazza). Al giorno d’oggi, se volete chiedere qualcosa a una persona che non conoscete, ricorrete all’espressione молодой человек. Badate bene, che non ha nessuna importanza l’età della persona in questione, - può avere 20 anni come 60. Lo stesso vale quando vi rivolgete a una donna: potete dire девушка anche a una signora che abbia superato i 50 anni. Non abbiate timore, usate liberamente queste parole ed espressioni, senza far caso al loro significato originario.

IL clima a Mosca

Погода

La Russia è un paese enorme, pertanto ha un clima estremamente eterogeneo. Fra gli stranieri che non l’hanno mai visitata, vige la credenza che su tutto il territorio nazionale l’inverno sia freddo e nevoso. In realtà non è così: nella sua parte europea d’inverno non fa molto freddo, e le nevicate non sono frequenti. Certo, questo è legato al problema del riscaldamento generale della Terra. Nelle grandi città di solito è più caldo e c’è meno neve che nelle piccole città di provincia.

L’inverno può arrivare molto presto: spesso la neve inizia a cadere nella seconda metà di novembre, e le temperature medie sono sui -2 -4 °C. La neve cade, ma si scioglie velocemente, e non rimane al suolo. In dicembre e gennaio la temperatura scende fino a -10 -15°C, e la neve si accumula, causando a volte enormi problemi per i trasporti.

Novembre e dicembre sono i mesi più bui dell’anno. Di mattina non fa luce fino alle 8:30, e alle 16:00 è già buio. Il sole si vede raramente, il cielo è grigio e piatto. Questo è il problema più grande per gli abitanti; è persino comparso un modo di dire che lo descrive: «depressione autunnale».

A febbraio nevica spesso, ma compare anche di frequente il sole. È il mese più bello dell’inverno russo. Spesso l’inverno prosegue anche a marzo: nevica, e le temperature non si alzano sopra i -2 -5°C. La primavera vera e propria arriva solo verso la metà di aprile.

“Di che nazionalità sei?” Strano…

Паспорт

Ad uno straniero in Russia può capitare spesso di sentire che alla domanda “Di dove sei?” rispondono indicando la nazionalità: “sono russo”, “sono ucraino”, “sono finlandese”, e così via. Questo si spiega col fatto che in Russia è tutt’ora viva la concezione tradizionale di nazionalità e cittadinanza come sinonimi, come categorie intercambiabili. “Americano” (di nazionalità e cittadinanza) significa “dell’America”; “italiano” (di nazionalità e cittadinanza) significa “dell’Italia”; “tedesco” (di nazionalità e cittadinanza) significa della Germania.

La situazione nel mondo è cambiata da tempo: la globalizzazione ha portato alla formazione di una società fatta di persone di diverse nazionalità, ma tutti cittadini del paese in cui vivono. Accade però che la lingua, il russo nel nostro caso… non ha ancora fatto in tempo a reagire agli eventi. Pertanto non sorprendetevi, e non vi offendete, se vi domandano di che nazionalità siete! È l’equivalente del chiedere – amichevolmente – da quale paese venite.

Fra l’altro, nella Russia stessa vivono persone di moltissime nazionalità “non russe”: tatari, ciuvashi, bashkiri, eschimesi ed altri. Ma quando vanno all’estero, tutti loro – che pure non sono russi di nazionalità – si trasformano automaticamente in russi. Perché “russi” significa “della Russia”.

Informazione culturale della lezione 3

Darsi del «tu» o darsi del «Lei»?

Nelle relazioni interpersonali i russi si chiamano in modi diversi.

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In situazioni formali, nei documenti o quando ci si conosce per la prima volta, di solito ci si chiama per nome e patronimico: Ivan Petrovich, Maria Nikolaevna. I nomi Иван (Ivan) e Мария (Maria) sono i cosiddetti nomi «pieni». Петрович (Petrovich) e Николаевна (Nikolaevna) sono forme speciali derivate dai nomi Пётр (Pjetr) e Николай (Nikolaj) - patronimico. Tuttavia i giovani, in virtù della loro età e sotto l’influsso della cultura occidentale, preferiscono chiamarsi solo per nome: Алексей (Aleksej), Наталья (Natalja), Анна (Anna), Сергей (Sergej). Non di meno, mantengono l’uso formale del «Lei».

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Fra amici stretti, in famiglia o a scuola si usano non i nomi interi, ma i loro diminutivi. Per esempio di Алексей (Aleksej) si usa la forma breve Алёша (Aljesha), di Мария (Maria) – Маша (Masha), di Пётр (Pjetr) – Петя (Petja), di Лев (Lev) – Лёва (Ljeva), e così via. L’uso di tali nomi svela il carattere della relazione che lega le persone: è un rapporto stretto e informale, e in tali contesti ci si dà sempre del «tu».

Esiste anche un’altro modo di rivolgersi, una forma diminutivo-vezzeggiativa: Машенька (Mashenka), Серёженька Serjezhen’ka, Олечка Olechka. È il modo in cui spesso chiamano, con affetto, i bambini o le persone vicine. La forma diminutivo-vezzeggiativa si ottiene aggiungendo diversi suffissi (-еньк, -оньк, -ечк) alla forma breve del nome.

In questo modo, se prestate attenzione al modo in cui le persone si chiamano durante una conversazione, potete capire in che rapporto si trovino fra di loro.

Alberghi di Mosca

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Mosca è una città enorme, nella quale vivono oltre 10 milioni di abitanti. Ogni giorno 2 milioni di persone arrivano da fuori città per lavoro, e quanti turisti visitino la città – questa è una cifra che non possiamo neppure immaginare! Purtroppo a Mosca gli alberghi scarseggiano, soprattutto quelli economici e nella zona centrale della città. Per questo motivo, quando si visita la capitale è meglio prenotare un albergo in anticipo. Oggi come oggi il metodo più facile per farlo è trovare e prenotare un albergo in internet. Esiste un gran numero di siti informativi, che vi potranno essere utili per prenotare una stanza e scegliere un albergo.Vi proponiamo alcuni indirizzi – provateli!

www.bookingmoscow.ru
informazioni in lingua russa. In questo sito potrete trovare un lungo elenco dei più vari alberghi della città, di diversi livelli di comfort. Potete ricevere le informazioni più svariate, guardare le foto delle stanze, leggere i commenti dei clienti e scegliere ciò che vi piace di più.
www.selectrussia.com
ampia scelta di alberghi, informazioni in lingua inglese.
www.all-hotels-online.ru
sito ben strutturato, con una grande quantità di alberghi cittadini. Vi si trovano utili e importanti informazioni sull’ubicazione delle strutture e sulle loro caratteristiche.

La sicurezza personale

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Una delle preoccupazioni maggiori per coloro che arrivano in Russia per la prima volta è la questione della sicurezza personale: se esistono strade o quartieri pericolosi, se è possibile tornare a casa la sera tardi dal ristorante o dal teatro, etc.

Occorre dire, che per quanto concerne la sicurezza personale la vita di qualunque straniero a Mosca non si differenzia in modo particolare dalla vita in qualunque altra capitale europea. Pertanto è buona norma rispettare le regole elementari di sicurezza quando si arriva in Russia: fare attenzione al proprio bagaglio in aeroporto e alla stazione, stare attenti in metropolitana all’ora di punta (non esiste nessuna assicurazione dal furto del portafoglio o del telefono cellulare!), non tornare a casa la sera tardi da soli, e così via.

È importante sapere che a Mosca e nelle altre città russe non esistono luoghi o quartieri pericolosi, come si trovano – ad esempio – negli Stati Uniti. Durante le ore del giorno potete tranquillamente andare a piedi o in macchina per qualunque strada del centro e della periferia.

L’unica cosa che può accadere allo straniero che si reca in Russia consiste – tutt’al più – nella possibilità che un poliziotto vi fermi per un controllo dei vostri documenti. Per questo motivo è meglio avere sempre con voi il passaporto, il visto e la registrazione del luogo di residenza. Il visto lo avete, ovviamente, nel passaporto, mentre la registrazione vi verrà data automaticamente in albergo. Oltre a questi, non vi devono chiedere nessun documento. Gli studenti al posto del passaporto possono mostrare la tessera dello studente, mentre i diplomatici - la tessera di diplomatico.

Informazione culturale della lezione 4

Come e cosa mangiano i russi

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I russi hanno l’abitudine di mangiare tre volte al giorno: di mattina fanno colazione, prima di andare a lavoro; di giorno, all’una o alle due pranzano a lavoro; e di sera, dopo il lavoro, quando cenano a casa. Generalmente a colazione non mangiano molto: un panino, un uovo o una frittata, uno yogurt o della ricotta. Bevono il tipico tè nero o un caffè.

Il pranzo russo ha luogo fra l’una e le tre. Un numero sempre maggiore di persone al giorno d’oggi pranza al ristorante, in tavole calde o caffè, - cosa che un tempo non accadeva. A volte a lavoro c’è una mensa speciale per gli impiegati. A pranzo mangiano necessariamente una zuppa e un secondo, e bevono tè o succo.

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Di sera la famiglia cena tutta insieme a casa. Di solito a cena si consuma una pietanza calda, e si beve di nuovo il tè.

Negli ultimi tempi un numero crescente di persone nelle grandi città ha iniziato a pranzare in caffè o ristoranti economici. Il prezzo promozionale per un pranzo fra mezzogiorno e le 16 (spesso indicato nel menù come бизнес-ланч - business-lunch) è non più di 300 rubli.

Una caratteristica della tavola russa è che vi troverete sempre servito il pane, sia nero che bianco. Il pane nero – di segala – ha un sapore molto particolare e gustoso. È un prodotto che caratterizza la Russia fin dall’antichità, un tipico alimento russo. Il concetto stesso di patria si associa spesso proprio al pane nero, al quale ripensano con nostalgia tutti quelli lontani da casa. Non dimenticate di assaggiarlo!

Gli stranieri spesso pensano che i russi bevano la vodka ogni volta che si siedono a tavola. Non è vero! Certo, è vero che in Russia bevono la vodka, ma di solito solo quando a tavola si radunano molte persone, - parenti, amici e conoscenti – e quando c’è un motivo, un evento da celebrare: una festa, un compleanno, un matrimonio, e così via. Oggi in Russia è molto diffusa la birra, anche se di solito non la bevono d’inverno, quando fa freddo. D’estate inoltre, quando è molto caldo, è molto diffuso il kvas, una bevanda nazionale ottima per spegnere la sete.

Ristoranti e caffè a Mosca

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Mosca è piena di ristoranti di ogni genere, dove è possibile provare ogni sorta di cucina: italiana, russa, georgiana, francese, ecc. Informazioni sui ristoranti si trovano nel giornale «The Moscow times», oppure in internet sui siti rambler.ru e mail.ru nelle sezioni «ristoranti». Fra i ristoranti più economici vale la pena di ricordare «Mu-mu», «Elki-palki» e «Grabli». Si tratta di piccoli, accoglienti ristoranti self-service, nei quali si può consumare un pranzo veloce ad un costo approssimativo di 300–400 rubli. Qui tentano di conservare le tradizioni della cucina russa, i piatti sono molto simili a quelli che si preparano a casa: sono semplici, e molto gustosi.

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Passeggiando per le strade di Mosca, potete entrare a bervi un caffè in una qualunque delle caffetterie della città: «Coffee House», «Shokoladnica», «Cofemanja» ed altre. Il prezzo minimo per un caffè espresso è 60 rubli. In caffetteria potete anche bere un succo, un cocktail leggero, mangiare un panino, un'insalata o un pezzo di torta.

Se non avete tempo per fermarvi in un caffè, potete comprare da mangiare direttamente ad un chiosco per strada. Uno spuntino economico e appetitoso lo potete trovare nei chioschi della catena «Kroshka Kartoshka» (è una grande patata calda con ripieno di verdure) o «Russkie bliny» (frittelle farcite con vari ripieni).

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Nei ristoranti più seri e più cari potete pagare con contanti o con la carta di credito. Se intendete pagare con la carta, informatevi prima se la accettano oppure no, - nei caffè e nei ristoranti più piccoli spesso accettano solo contanti. Per quanto riguarda le mance, (in russo чаевыe, cioè soldi per il tè), non esiste una regola fissa su quanto si debba lasciare. Di solito è il 10-15% del conto totale.

Se siete andati al ristorante o al caffè con una ragazza russa, tenete conto che lei si aspetta che paghiate voi,- uomini. In Russia usa, solitamente, che paghi l’uomo. Ovviamente, se la ragazza insiste a dire che vuole pagare lei, non c’è niente di male. Se andate al ristorante in un gruppo numeroso, di solito ci si mette d’accordo prima su chi pagherà il conto. Generalmente sono gli uomini a dividerlo fra di loro.

La cucina russa.

la fornace russa

Nell’antica Russia le pietanze venivano cucinate nel forno russo. All’interno di tale forno la temperatura non era così alta come sulla fiamma aperta, ma aveva il vantaggio di mantenersi molto a lungo. Per la cottura nel forno erano usate delle pentole tradizionali, una sorta di ciotolo di argilla al cui interno il cibo cuoceva a lungo e lentamente. In questo modo, le pietanze risultavano semiliquide. I piatti più antichi della cucina russa sono considerati quelli a base di verdure e cereali: vari tipi di kasha (pappa di cereali), prodotti fornari (pane e torte) e zuppe. Il russo ha conservato fino ad oggi il proverbio <>. Nell’antica Russia la carne era un alimento molto raro, e ancor meno mangiavano il pesce.

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La kasha

Ancora oggi i russi amano e mangiano molta kasha, di diversi tipi: la kasha di semola e quella di avena vengono spesso date ai bambini per colazione. La kasha di grano saraceno si mangia volentieri da sola, o come contorno. Se la si prepara in modo corretto, la kasha di grano saraceno con un tocco di burro aggiunto a cottura finita è un piatto veramente delizioso. Spesso la kasha viene mangiata con il latte (aggiungono cioè il latte direttamente nel piatto con la kasha), oppure viene cotta nel latte di mucca.

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Il pane

Il cibo più importante in Russia è il pane. I russi ne mangiano molto, e immancabilmente lo mettono in tavola, a prescindere da quanti piatti già vi si trovino. Un tempo l’operaio o il contadino medio consumava insieme alla zuppa da mezzo chilo a un chilo di pane, il che spesso rappresentava tutto il suo pranzo.

In Russia esistono diversi tipi di pane, ma questa varietà si riduce sostanzialmente a due gruppi principali: pane bianco (prodotto con la farina di grano) e pane nero (fatto invece con la farina di segala). Il pane nero è quello tradizionale russo, ha un gusto e un aroma particolari, quali è possibile provare soltanto in Russia.

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Blini (tipica frittella russa)

La storia dei bliny, come quella del pane, affonda le sue radici nell’antichità. In epoca pagana i bliny erano considerati un cibo straordinario, sacrale, al quale erano legati una serie di rituali speciali: i bliny dovevano essere preparati indossando degli abiti appositi e in luoghi particolari, e il processo di preparazione era circondato dal mistero. Il primo blin era simbolicamente lasciato alle anime degli antenati morti, affinché proteggessero i loro successori.Poco a poco i bliny iniziarono a svolgere un ruolo centrale nella festa pagana primaverile della Masleniza – che celebrava appunto l’arrivo della primavera. Il blin – caldo e rotondo – ricordava il sole. Nel corso della Masleniza tutti cucinavano e mangiavano i bliny, imitando con questo rituale il contatto diretto con il sole, portatore del caldo e della primavera. Di bliny si consumava sempre una grande quantità. Per tutta la settimana della Masleniza in Russia si cuocevano e si mangiavano bliny, si cantavano canzoni che parlavano della primavera, si dava fuoco al terribile pupazzo della Masleniza, che impersonava la fine dell’inverno.

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Nella Russia antica i bliny erano tradizionalmente preparati di forma tonda e di grandi dimensioni, con diversi tipi di farina (oggi invece li fanno quasi solo con farina di grano). I bliny devono risultare morbidi e soffici. È poi necessario spalmarli di panna acida o di burro fuso, perché diventino ancora più morbidi. Poiché i bliny, così preparati, sono molto grassi, occorre metterci dentro un ripieno molto forte e salato: caviale, pesce sotto sale, aringa. Il ripieno viene avvolto all’interno, - e il blin è pronto! A coloro che vogliano gustare fino in fondo il colorito locale, prima del blin consigliamo di buttar giù velocemente un bicchierino di vodka, e poi subito di assaggiare il blin. Questo è il tipico spuntino russo.

Oggi come oggi i bliny si mangiano non solo per la festa della Masleniza. Inoltre, alle varianti classiche se ne sono aggiunte molte altre: bliny – o blinchiki, cioè piccoli bliny – con ripieno dolce: confettura, marmellata, latte condensato. Anche queste sono varianti gustose, ma la maggior parte dei russi continua a preferire i bliny con ripieno acuto e salato.

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Kvas (bevanda tipica russa)

Fra le bevande tradizionali preferite dai russi è necessario in primo luogo ricordare il kvas. Il kvas è una bevanda leggermente alcolica (l’alcol non supera l’1,2%), che si ottiene come risultato della fermentazione naturale. Il kvas ha più di 1000 anni, ed è molto popolare anche in Lituania e in Polonia.

Okroshka

A base di kvas viene cucinata una zuppa tipica della stagione estiva, che si chiama okroshka. Solitamente la okroshka è fatta con patate lesse, cetrioli freschi, uova sode e cipolla verde. Questi ingredienti devono essere sminuzzati e ricoperti di kvas. Come ultimo tocco occorre aggiungere nella zuppa già pronta un cucchiaio di smetana. Tale è la ricetta più semplice dell’okroshka, ma di fatto vi si può aggiungere tutto ciò che sia avanzato da mangiare: verdure, insaccati, insalata. La ricetta dell’okroshka contadina è semplicissima: cipolla verde, pane e kvas. A ciascuno la scelta, secondo i propri gusti.

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Le zuppe

Fra le zuppe tradizionali russe occorre ricordare lo shi, il borsh, l’okroshka ,la soljanka, l’ucha. Dell’okroshka sapete già tutto, parleremo pertanto del famosissimo borsh.

Borsh (zuppa di bietola).

Il borsh è una zuppa a base di barbabietola, diffusa nella cucina di diversi paesi europei: in Russia, in Polonia, in Ucraina, in Moldavia, in Lettonia ed altri. La base del borsh è un brodo di carne, al quale vengono aggiunte una serie di verdure quali la barbabietola, il cavolo, la carota, la patata, il prezzemolo, la cipolla, i pomodori, talvolta anche fagioli e mele, zucchine, vari tipi di carne. Sebbene esistano diverse varianti di borsh, il borsh è sempre contraddistinto dalla densità e dalla pesantezza, è una pietanza che riempie molto.

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Shi

A differenza del borsh – internazionalmente conosciuto – lo shi è un piatto unicamente russo; un tempo in Russia tutte le zuppe erano chiamate shi, in seguito questa denominazione si è conservata soltanto per le zuppe a base di cavolo. Il cavolo, che negli shi era usato non solo in forma naturale, ma anche come cavolo acido, conferiva alla zuppa un inconfondibile sapore acidulo. Gli shi classici si preparano con un brodo di carne (a volte di pesce), e vi si aggiungono sempre cipolla, carota, sedano, patata, aneto, a volte funghi, - ma l’ingrediente principale rimane il cavolo. Già nel piatto si aggiungono poi dei pezzettini di carne lessa o di pesce, vi si versa sopra lo shi, e infine si mette la smetana. Solitamente lo shi si consuma con il pane nero.

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In primavera con le foglie giovani di acetosella e di ortica preparano lo shi verde. Viene chiamato anche questo shi, perché ne ha lo stesso gusto acidulo; gli shi verdi solitamente si servono con la smetana e con uova lesse tagliate a pezzi.

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Soljanka (zuppa tipica russa.)

La soljanka è meno popolare dello shi, poiché la sua preparazione è più complessa. La soljanka (che un tempo era chiamata <>, dalla parola <>, villaggio, cioè la zuppa che mangiavano nei villaggi), è vagamente simile allo shi, essendo anch’essa preparato con un brodo di carne, di pesce o di funghi. Oltre alle verdure (patata, cavolo, cipolla, carota) nel brodo si aggiungono necessariamente ingredienti sotto sale: cetriolini, limone, olive, funghi e vari tipi di carne o pesce tagliati a pezzi piccoli. Si sggiungono infine diverse erbe e salsa di pomodoro, per rendere il sapore più intenso.

Attenzione! Nella cucina russa c’è un’altra pietanza che si chiama <>, ma si tratta di un piatto a base di cavolo lesso, e non ha niente a che fare con le zuppe!

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Ucha

Spesso l’ucha è chiamata semplicemente zuppa di pesce, ma a torto. L’ucha è una zuppa di pesce fresco in brodo trasparente, all’interno del quale si trovano piccoli pezzi di pesce. Per preparare l’ucha si può utilizzare un’unica specie di pesce, oppure diverse. La carota e la cipolla, che vengono messe all’inizio della cottura, in un secondo momento devono essere tolte, e delle verdure restano solo un po’ di patate e le spezie: pepe, prezzemolo, aneto, foglie di alloro.

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Informazione culturale della lezione 5

Amica o conoscente?

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Molto spesso gli stranieri si trovano in difficoltà con l’uso delle parole знакомый/знакомая, друг/подруга (il/la conoscente, l’amico l’amica), perché in russo tali parole possiedono delle sfumature particolari.

Solitamente usiamo le parole знакомый/знакомая quando vogliamo sottolineare che con quella persona non ci lega un rapporto di amicizia. Dicono così per esempio di un collega di lavoro, o di un vicino di casa. Talvolta si chiama in questo modo una persona che non si conosce molto bene.

Diciamo друг quando vogliamo sottolineare che conosciamo una determinata persona bene e da molto tempo: spesso si sente dire школьный друг, старый друг, близкий друг (amico di scuola, vecchio amico, amico stretto). Ad un amico o ad un’amica siete legati da rapporti stretti e interessi comuni. La parola друг in relazione ad una persona vicina è indipendente dal sesso di tale persona: la può usare tanto una donna, quanto un uomo. Si può dire: Мария – она мой самый близкий друг (Maria è la mia amica più stretta), Сергей – он мой самый хороший друг (Sergej è il mio migliore amico).

La parola подруга è l’equivalente della parola друг se la usa una donna. Se però è usata da un uomo, essa acquista una sfumatura aggiuntiva, di carattere sessuale. Pertanto quando un uomo russo vuole dire di avere un rapporto di semplice amicizia con una donna, utilizza la parola знакомая. Se invece vuole dire che il legame con quella donna non è di semplice amicizia, bensì di amore, allora dice моя подруга, моя девушка - la mia amica, la mia ragazza.

Non dimenticate queste sfumature, quando parlate delle vostre ragazze!

La carta di Mosca

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Se non avete ancora acquistato una carta di Mosca, probabilmente avete intenzione di farlo presto: arrivando in una città sconosciuta, una carta è assolutamente necessaria. In ogni caso, potete usare la carta di Mosca disponibile in internet, sul sito map.yandex.ru.

Osservate la carta: vedrete che a Mosca ci sono molte strade <>. Esse circondano il luogo centrale, - il Cremlino. Attualmente il Cremlino rappresenta il centro politico e amministrativo del paese, è il luogo in cui lavora il presidente, e in cui si svolgono i più importanti incontri ed eventi a livello nazionale. Un tempo nel Cremlino vivevano le persone più ricche e importanti del paese, nonché il patriarca, - il capo della chiesa russa ortodossa. Il Cremlino era una casa-fortezza: non a caso è circondato da mura così spesse. All’interno e nei dintorni del Cremlino si trovano opere eccezionali della storia e dell’arte russa di diverse epoche.

In passato Mosca era interamente racchiusa all’interno del Cremlino, ed è per questo motivo che lo circonda un enorme muro difensivo. In seguito la città iniziò a crescere, e apparve una nuova cerchia difensiva, della quale oggi rimane soltanto il nome «Kitaj-gorod». Fu poi costruito il cosiddetto «anello» (viali di circonvallazione), e infine, la più importante via circolare di Mosca, l’Anello dei Giardini.

Insieme alle vie circolari comparvero anche quelle radiali. Lo scopo iniziale era collegare Mosca ad altre città della Russia: ad occidente, Smolensk, - da cui la via Smolenskaja; la Tverskaja che porta a Tver’; il viale Dmitrovskoe in direzione di Dmitrov. La via Tverskaja è tradizionalmente considerata una delle vie centrali di Mosca; su di essa si trovano i ristoranti più cari, negozi e celebri teatri, cinema e così via.

Lo schema della metropolitana in buona parte rispecchia la struttura superficiale della città: al centro si trova la «linea circolare» (spesso chiamata semplicemente «anello»), che interseca la maggioranza delle linee radiali. Per arrivare in centro – ad esempio al Cremlino o sulla piazza rossa - in metropolitana, è necessario raggiungere una delle stazioni centrali: la «Arbatskaja», o «Ochotnyj Rjad», «Biblioteca im. Lenina», o «Ploshad’ revolucii».

La cucina russa (seguito)

pelmeni (specie di tortellini)

Nella cucina russa c’è un piatto amato, ed erroneamente considerato da molti originario della Russia: i pelmeni. Con tutta probabilità i pelmeni sono entrati a far parte della cultura russa grazie alla loro “universalità”: si possono infatti mangiare in brodo o come secondo piatto, se ne possono mangiare molti, si conservano a lungo, etc.

I pelmeni giunsero nella Russia europea dalla Siberia, dove a loro volta erano arrivati insieme ai conquistatori mongoli dalla Cina. In Siberia e sugli Urali spesso villaggi interi preparavano i pelmeni, in particolare lo facevano alla fine dell’autunno, all’arrivo dei primi freddi. I prodotti così ottenuti venivano messi in grandi sacchi e lasciati in un luogo freddo, spesso direttamente fuori casa, sulla neve: il gelo conservava i pelmeni fino alla primavera!

In Russia i pelmeni non vengono mai preparati con ripieno dolce, bensì solo con carne cruda, pesce o funghi. Molti russi amano non solo mangiare i pelmeni, ma anche bere il brodo in cui sono stati cotti. Ai pelmeni si aggiungono poi burro, pepe, panna acida e, a volte, aceto.

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Patata

Un’altra pietanza – o meglio prodotto – che ha trovato in Russia una seconda patria, è la patata. Oggi come oggi è difficile immaginare che fino al XVII secolo in Russia non avevano mai sentito parlare di questo prodotto. Lo zar-riformatore Pietro I, amante di tutte le novità e le stranezze, fu il primo ad inviare in patria, dall’Olanda, un sacco dell’esotico ortaggio. Deve però aver spiegato male come si dovevano cucinare le patate, poiché l’ortaggio non riscosse un grande successo. Tuttavia la patata aveva un grande futuro, per questo il governo, senza spiegare cosa farne esattamente, obbligò i contadini a coltivarla e mangiarla. Fu così che iniziarono gli avvelenamenti di massa nel popolo. La causa fu compresa solo in seguito: i contadini non sapevano come mangiare le patate, ne mangiavano i tuberi crudi, oppure i piccoli frutti sul gambo. Solo alla fine del XIX secolo la Russia contadina si rappacificò con la patata e capì che splendido ortaggio che fosse: oggi i russi la considerano un <>. Con essa si preparano più di 1000 pietanze.

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Rapa

L’ortaggio più popolare dell’antica Russia è la rapa, appartenente alla famiglia dei cavoli. Come il cavolo e la carota, la rapa si conserva bene nel periodo invernale, cresce velocemente e non richiede una particolare cura.

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La rapa è un prodotto molto utile, un tempo era utilizzato anche a scopi medici, oltre che per essere mangiato. Al giorno d’oggi la rapa è coltivata poco, solo per essere consumata cruda; un tipo particolare di rapa è usato anche come mangime per il bestiame.

La rapa può essere mangiata cruda, o lessata. Preparare i piatti a base di rapa è così semplice, che nella lingua russa è persino rimasta l’espressione: <>. Vale a dire: <>, semplice al punto, che persino lessare una rapa è difficile rispetto a quello che vogliamo fare.

Del fatto che un tempo la rapa fosse molto diffusa testimonia una fiaba popolare russa, raccontata ai bambini più piccoli. La fiaba si intitola <>, e narra di come una volta, nell’orto di una coppia di vecchietti, sia nata una rapa enorme, talmente grande che nessuno riusciva a toglierla dalla terra...

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Vodka

La parola “vodka” è conosciuta in Russia dal XVII secolo, e rappresenta il diminuitivo della parola “voda”, acqua. Fino al XV secolo in Russia la vodka non era né prodotta né bevuta, erano altre le bevande alcoliche consumate: birra e bevande a base di miele. A partire dal XV secolo iniziarono a produrre la vodka dal grano, all’interno dei monasteri russi; fu allora che il principe moscovita Ivan III introdusse il controllo statale sulla produzione e la vendita della vodka. La parola “vodka” per indicare l’alcol allungato con acqua è entrata a far parte dell’uso quotidiano solo a partire dal XVIII secolo, fino ad allora la bevanda era chiamata “vino di pane”.

L’alta qualità della vodka russa deriva dalla professionalità con cui l’alcol viene purificato. Alla metà del XVIII secolo fu emanato un decreto di stato imperiale che permetteva ai nobili di occuparsi della produzione di vodka. I proprietari terrieri presero ad attuare il decreto di stato con tanta solerzia, che quasi in ogni proprietà si poteva trovare un impianto per la produzione della vodka. La caratteristica della vodka fatta in casa consisteva nel fatto che, a differenza di quella statale, spesso veniva aromatizzata con succhi di bacche.

Fra il 1894 e il 1896 fu introdotto uno standard statale sulla vodka, che da quel momento doveva contenere il 40% di alcol etilico, ed essere filtrata attraverso un filtro di carbone; nacque così la vodka nazionale russa, con il nome di “Moskovskaja Osobennaja” (speciale moscovita). Fu l’inizio del monopolio di stato sulla produzione di vodka, che poco a poco si sarebbe esteso su tutto il territorio nazionale.

A Mosca e a Pietroburgo si trovano musei della Vodka Russa, tutt’oggi in funzione.

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L’opinione corrente, secondo la quale tutti i russi bevono vodka ogni giorno, non risponde alla realtà. La vodka, così come gli altri tipi di bevande alcoliche, è bevuta in Russia solitamente in compagnia, insieme agli ospiti, per festeggiare un evento. In Russia esiste una cultura precisa legata al consumo di vodka. La vodka aiuta a digerire le pietanze russe, che sono grasse, piccanti, pesanti e calde; questo tipo di alimentazione attenua gli effetti della vodka.

Un quantitativo ridotto di vodka si può bere anche a scopi curativi: quando prendiamo freddo, ad esempio, la vodka riscalda, e aiuta a stimolare e rafforzare le capacità di difesa dell’organismo. Quando si beve la vodka a scopi curativi, il cibo con cui la si accompagna può essere il più elementare: un pezzetto di pane nero e un cetriolino sottaceto.

Che “tavola russa” è senza il cholodec e l’aringa <>?

Cholodec

Il cholodec è un piatto nazionale molto amato, sebbene a prima vista non abbia un aspetto molto invitante. Il cholodec, detto anche studen’, viene fatto così: si prendono dei pezzi di carne – manzo oppure maiale – e li si lessano molto a lungo a fuoco lento, per 4 o 5 ore. Per il cholodec servono parti precise dell’animale: l’ideale sono la testa, le cervella e le zampe della mucca, mentre del maiale si mettono anche le orecchie e la coda. Venendo lessata molto a lungo, la carne si sfalda e rilascia una gelatina, che in seguito – raffreddandosi – si dovrà solidificare. Il nome della pietanza già ci spiega in cosa consiste la preparazione: cholodec, o studen’, significa infatti “piatto raffreddato”. Prima di raffreddarlo, al pezzo di carne ottenuto si aggiungono un po’ di carota, verdure, aglio e spezie. Una volta pronto, il suo sapore è straordinario!

Allo stesso modo si può preparare anche il pesce, anche se – a dire la verità – nel pesce a volte viene aggiunta della gelatina, affinché la massa si solidifichi. La versione a base di pesce si chiama <> (nome, anche questo, che spiega il processo di preparazione: i pezzetti di pesce lessato vengono infatti “sommersi” – “zalit’” – da uno speciale brodo di pesce, che successivamente viene raffreddato).

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Aringa in pelliccia

Questa pietanza dall’insolito nome è un’invenzione piuttosto recente, ma nondimeno assai popolare. Ha fatto la sua comparsa in epoca sovietica, per la necessità di proporre agli ospiti un piatto gustoso, ma con ingredienti semplici. Senza dubbio, solo le donne russe potevano inventare un nuovo piatto con la semplice, solita aringa, dandogli in più un nome tanto particolare! Perché <>? Perché l’aringa si trova sul fondo del piatto, coperta – al di sopra – da una specie di calda pelliccia, cioè il contorno di verdure.

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Preparare questo piatto è molto semplice: si taglia un filetto di aringa e lo si dispone su un piatto piano; poi, a strati, lo si ricopre con patate lesse, uova, carote e barbabietole. Ogni strato viene cosparso di maionese. Preferibilmente l’ultimo strato deve essere di barbabietole. Il tutto è poi ricoperto di maionese, e spesso decorato con verdure e fettine di uova.

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Qualche parola sulle insalate...

È inutile dire che l’insalata non è un piatto di origine russa. Il popolo russo in generale non amava i piatti, come per esempio le insalate, nei quali gli ingredienti erano tagliati in piccoli pezzi. Il russo è diffidente: “chissà che ci hanno messo dentro”, pensa. Tutte le insalate e gli antipasti hanno iniziato a comparire in Russia nel XVIII secolo, con l’arrivo della cultura europea. Entro la fine del XIX secolo gli antipasti divennero molto vari e apprezzati in Russia, e di alcune insalate possiamo persino affermare che siano diventate <>. Tale è l’insalata, per esempio, che in Russia chiamano <>, mentre in Europa occidentale e in America chissà perché la chiamano <>.

L’insalata <>

Lucien Olivier – il cuoco francese che visse a Mosca all’inizio del XIX secolo – era proprietario di un buon ristorante, per il quale inventò la ricetta della sua insalata speciale. Quest’insalata prese il nome di “salata Olivier”.

In epoca sovietica, quando la scelta di prodotti non era particolarmente ampia, le donne russe si ricordarono della semplice e gustosa insalata “Olivier”, e cominciarono e prepararla, sostituendo gli ingredienti più ricercati con altri più semplici. Oggi come oggi nell’insalata Olivier si mettono verdure lesse: carota, patata, insieme a carne o salame, uova, cetrioli freschi e cipolla, il tutto condito con maionese. Ed ecco che l’Olivier è pronta. In alcuni ristoranti l’insalata Olivier è chiamata “stolichnyj” (“della capitale”), ma si tratta dello stesso piatto.

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Vinaigrette

Un’altra insalata tipica russa è la vinaigrette. È ovvio che la parola “vinaigrette” proviene dal francese, ma in russo ha assunto il signitficato di una pietanza indipendente, e non semplicemente di una salsa. Nella vinaigrette si mettono, come nell’Olivier, verdure lesse: patata, carota, oltre necessariamente alla barbabietola, che conferisce all’insalata un gusto dolciastro e un colore rosso. Si aggiungono inoltre cetrioli sotto sale (a volte cavolo acido) e cipolla; si condisce infine con olio di girasole o maionese.

Fate attenzione: i russi amano molto la maionese e la usano praticamente in tutte le insalate. Se non vi piace la maionese, è bene chiedere in anticipo che non ve la mettano.

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Pirogi

I pirogi, così come i bliny, hanno un’origine molto antica. Nell’antica Russia i pirogi erano molto amati, venivano comodamente cotti nel forno russo, e ne esisteva una enorme varietà: fatti con diversi tipi di impasto, di diverse forme e con diversi ripieni. I pirogi erano un simbolo della casa, dell’efficienza della padrona di casa, per questo il pirog giocava un ruolo simbolico, ad esempio, in situazioni quali fidanzamenti, matrimoni, e persino funerali. Più tardi i pirogi divennero una componente essenziale della tavola imbandita a festa. “Non c’è masleniza senza bliny, non c’è compleanno senza pirogi” – recita un famoso proverbio russo.

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Oggi come oggi i pirogi sono solitamente fatti con impasto non dolce e ripieno di cavolo o carne: all’inizio si mette uno strato di impasto, poi il ripieno, poi di nuovo uno strato di impasto. Sono molto diffusi i pirozhki, cioè “piccoli pirogi”. Oggi i pirogi vengono preparati con ripieno dolce o salato: mela, marmellata, albicocche secce, etc. Vengono preparati in due modi: cotti in forno e fritti su fuoco aperto.

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Il primo tè dalla Cina giunse in Russia, così come in Europa, alla metà del XVII secolo, come regalo. In principio divenne famoso come bevanda curativa, ma molto presto si diffuse in tutto il paese. Alle fiere in Russia si vendeva prevalentemente tè nero, in quanto meno costoso; fu così che i russi iniziarono a preferire il tè nero.

Un tempo l’acqua per il tè veniva bollita in appositi contenitori, - i samovar – mentre il tè veniva preparato separatamente in una teiera. Al giorno d’oggi nessuno si serve più dei samovar, ma il principio di preparazione del tè in due contenitori distinti è rimasto: prima versano nella tazza un po’ di the forte, e poi ci aggiungono l’acqua bollita nel bollitore principale.

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Solitamente bevono il tè alla fine del pasto, accompagnandolo sempre con vari tipi di dolci: marmellate, pirozhki dolci, torte, crostate, biscotti, miele e limone. I russi amano aggiungere al tè uno spicchio di limone e zucchero o miele, il che conferisce al tè un aroma e un gusto veramente particolari.

I russi bevono il tè molto spesso, praticamente dopo ogni pasto: colazione, pranzo e cena. Se entrate per la prima volta in casa di qualcuno, la padrona di casa vi offrirà sicuramente una tazza di tè (ovviamente con tutti i necessari accompagnamenti), come dettano le norme di buon comportamento. Davanti a una tazza di tè è più facile condurre una conversazione, fare conoscenza e parlare: il rituale del tè non richiede molto tempo, ma garantisce un enorme piacere.

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Samovar

Il samovar è un antico strumento usato per bollire l’acqua e preparare il tè. Ad inventare questo sistema furono in cinesi, ma in Cina non hanno mai preparato il tè con l’aiuto del samovar.

Al centro del samovar si trova un tubo, nel quale viene messo del materiale che brucia: carbone, pigne, legno; l’acqua riempie lo spazio che rimane fra il tubo e la parete esterna del samovar. Affinché il materiale messo nel tubo bruci bene e scaldi velocemente l’acqua, al samovar viene aggiunto in alto, in modo da creare risucchio, un lungo tubo. L’acqua che esce a bollire all’interno del samovar rimane calda molto a lungo. Quest’acqua viene poi usata per preparare il tè in una piccola teiera a parte.

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I primi samovar comparvero in Russia nella città di Tula, alla fine del XVIII secolo. Tula è un famoso centro di produzione delle armi; e fu proprio uno dei maestri delle armerie locali che realizzò il primo samovar artigianale. I samovar poco a poco divennero popolari, la loro produzione crebbe, e quella che era nata come una produzione artigianale si trasformò in una vera e propria industria. Alla metà del XIX secolo solo a Tula esistevano già 28 fabbriche di samovar, che producevano 120mila samovar all’anno! I samovar erano dei tipi più diversi: da 3, da 5, da 10 e persino da 25 litri d’acqua.

Al giorno d’oggi gli autentici samovar sono usati raramente, tuttavia Tula continua come un tempo a produrre samovar, che scaldano l’acqua sia con il metodo tradizionale che a corrente elettrica. Nel caso capitaste a Tula, dovete necessariamente visitare il museo dei samovar, nel quale è possibilei non solo vedere un’enorme quantità dei più diversi samovar, ma anche conoscere la loro storia.

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Informazione culturale della lezione 6

La metropolitana di Mosca: il mezzo di trasporto più veloce e comodo della capitale.

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(Premete gli ingrandimenti)

Se volete usufruire del metrò, dovete acquistare il biglietto ad una delle casse, situate in tutte le stazioni della rete metropolitana. Potete acquistare un biglietto da una corsa e spostarvi con questo biglietto anche tutto il giorno, in tutte le direzioni (ovviamente, senza uscire dal metrò). È possibile comprare un biglietto da due, cinque o dieci corse, oppure il cosiddetto abbonamento da un mese. Tutti i prezzi dei biglietti sono esposti vicino alle casse del metrò. Nel momento in cui date i soldi al cassiere, dovete dirgli quale biglietto intendete acquistare: <>, <>, <>, <>, e così via.

Ogni biglietto cartaceo contiene un chip elettronico. Quando appoggiate il biglietto al tornello di ingresso, sul tornello si accende una luce verde, - significa che potete passare.

Le linee della metropolitana di Mosca ricalcano sostanzialmente le vie principali della città. Al centro dello schema potete vedere la linea circolare, che corre sotto la maggiore direttrice viaria di Mosca, l’Anello dei Giardini. Con questa linea principale si intersecano le linee radiali del metrò, contrassegnate da diversi colori. I punti di intersezione delle linee sono le stazioni di cambio. Le stazioni di cambio possono avere lo stesso nome – come per esempio la stazione Prospekt Mira. Per non confondersi, i moscoviti chiamano queste due stazioni rispettivamente <> (di colore arancione) e <> (di colore marrone). Tuttavia, le stazioni di cambio possono avere due nomi diversi (come Dobryninskaja/Serpuchovskaja), o persino tre nomi (Ochotnyj Rjad/Teatralnaja/Ploshad’ Revolucii).

Lo schema di tutte le linee della metropolitaa di Mosca è esposto in ogni stazione e in ogni vagone dei treni; pertanto, nel caso vi sorgesse un dubbio sul tragitto da seguire, non vi preoccupate e non vi innervosite! Potete dare un altro sguardo allo schema e trovare la vostra destinazione, in qualunque parte della rete metropolitana vi troviate.

VVZ/VDNX ed altri luoghi di riposo a Mosca...

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Il VVZ (Vserosiiskij Vystavochnyj Zentr, Centro Espositivo di tutte le Russie), situato presso la stazione della metropolitana VDNX, è uno dei luoghi più interessanti di Mosca. Al suo interno si può passeggiare, riposare, visitare diverse mostre, fiere, esposizioni, e fare acquisti.

Il VDNX è innanzi tutto un monumento storico, che riflette i gusti e le priorità dell’epoca sovietica. In quel tempo di crudeli repressioni, fucilazioni e morti, povertà e miseria, - il 1 agosto 1939 venne inaugurata un’esposizione, atta ad illustrare i successi del popolo sovietico nel settore dell’agricoltura e dell’allevamento. I visitatori della mostra, che si sarebbe tenuta con regolarità nel complesso del VDNX, osservavano stupiti l’abbondanza di frutti e ortaggi dalle dimensioni spropositate, enormi esemplari da allevamento, piante selezionate, colture di graminacee. Ecco come doveva vivere la società del futuro, tale doveva essere la vita del felice <> comunista.

Al fine di esporre i pezzi della mostra i migliori architetti del tempo costruirono una serie di padiglioni-palazzi di estrema bellezza. Al centro del complesso architettonico si trovava (e si trova tutt’oggi) la grande Piazza dei Kolchoz, con una fontana nel mezzo. Di fronte all’entrata dell’esposizione si erige la famosa scultura <>, realizzata dalla scultrice Vera Muchina. Il monumento doveva celebrare il trionfo del sistema sovietico.

Attorno ai padiglioni della mostra, nel cui esempio oggi possiamo ammirare l’allora popolare stile <>, è stata realizzata un’area per il riposo: ci sono un grande parco, giostre, lo spazio per il teatro estivo. Qui, così come nell’altro grande parco di Mosca – il Parco della Cultura M. Gorkij, - attualmente è possibile rilassarsi, divertirsi, pattinare e andare in bicicletta, mentre d’inverno si pattina e si scia.

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Mosca è una città estremamente verde. La parte centrale della città è dominata dalla fascia verde dei boulevards – l’anello dei boulevards, che a catena si immettono l’uno nell’altro: Chistye Prudy, Sretenskij bul’var, Rozhdestvenskij bul’var, Petrovskij, Tverskoj, Nikitskij...

Nel centro della città sono situati parchi non grandi, ma molto antichi, - come ad esempio il giardino Aleksandrovskij (metro Aleksandrovskij sad), che si trova proprio a ridosso delle mura del Cremlino; Aptekarskij ogorod (Prospekt Mira, 26); il giardino dell’Ermitazh (metro Karetnyj rjad).

A Mosca si trovano anche enormi parchi-musei: Kolomenskoe (metro Kolomenskoe), Ostankino, Kuskovo (metro Rjazanskij prospekt), Lefortovo (metro Aviamotornaja), Izmajlovo (metro Izmajlovskij park), il parco sulla Poklonnaja Gora (metro Park Pobedy), Zarizyno (metro Zaryzino), Sokol’niki (metro Sokol’niki), il parco dell’MGU a Vorob’evy Gory (metro Vorobevy Gory) e molti altri.

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Se visitate Mosca nella stagione calda, potete fare una passeggiata attraverso il centro della città a bordo di uno dei piccoli battelli, detti “vaporetti”. I vaporetti partono dall’attracco di Novospasskij (stazione metro Proletarskaja) o dall’attracco Kievskij (metro Kievskaja), e navigano attraverso i quartieri più antichi e interessanti di Mosca, includendo un panorama mozzafiato sul Cremlino. Con l’aiuto del bel tempo, la passeggiata fluviale vi lascerà un’impressione veramente indimenticabile!

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Informazione culturale della lezione 7

I mezzi di trasporto a Mosca.

Mosca appartiene al novero di quelle città, nelle quali il sistema di trasporti pubblici è ben sviluppato. Oltre alla metropolitana, della quale si è già detto in precedenza, nella capitale viaggiano autobus, filobus, tramvai, taxi e taxi-pulmino.

I biglietti per il trasporto pubblico non sono cari, si possono comprare negli appositi chioschi <>, che spesso si trovano in corrispondenza delle fermate degli autobus. Qui si possono acquistare biglietti per una più corse. Il biglietto da una corsa costa 20 rubli.

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Se non avete trovato tale chiosco, potete comprare il biglietto direttamente dal conducente; il costo del biglietto sarà leggermente più alto - 25 rubli. L’entrata in autobus, tramvai e filobus si effettua attraverso la porta anteriore. All’entrata si trova un tornello, nel quale dovete inserire il biglietto, e poi procedete all’interno del salone.

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Accanto alle tipologie statali di trasporto cittadino, nella capitale esiste anche un sistema di trasporti privato: i taxi-pulmino, detti <>, e i taxi. La marshrutka di fatto sostituisce un autobus o un filobus; si tratta di un piccolo autobus, che segue la stessa tratta dei mezzi pubblici. La marshrutka sostituisce o integra il trasporto pubblico sulle tratte più affollate e trafficate. E’ un mezzo di trasporto più piccolo, pertanto più manovrabile nelle condizioni di una grande città, veloce e talvolta persino più economico. Non è necessario acquistare in anticipo il biglietto per la marshrutka: entrate e date i soldi all’autista. Spesso non vi verrà nemmeno dato il biglietto, poiché in una macchina, all’interno della quale possono viaggiare solamente 10 persone, l’autista vede benissimo chi ha pagato, e chi no.

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I taxi nella capitale costano non poco, il prezzo minimo è 350 rubli per 30 minuti. Sulle strade di Mosca non si vedono facilmente taxi, pertanto è meglio prenotare un’autovettura per telefono o via internet. Esiste un’enorme quantità di siti che offrono i propri servizi, ad esempio “taxi-sms.ru”. Potete provare a trovare un taxi in internet autonomamente, digitando nel sistema di ricerca due parole: Mosca, taxi.

Essendo il taxi tuttavia abbastanza caro per i russi, la maggioranza delle persone preferisce, in caso di necessità, servirsi dei così detti <>. Il chastnik è una macchina privata, il cui autista nel tempo libero trasporta passeggeri, cioè lavora di fatto come tassista. Per fermare un <> è sufficiente uscire in strada e sollevare in alto una mano – immediatamente si fermeranno vicino a voi alcune macchine, che vi offriranno i loro servizi.

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Voi nominate il posto in cui volete recarvi, e l’autista vi dirà per che prezzo può portarvi. Se la cifra vi soddisfa – affare fatto. Tenete presente, però, che correte un rischio: salite su una macchina di cui non conoscete le condizioni, con un autista delle cui intenzioni ugualmente non sapete niente. Se non siete in compagnia di conoscenti o amici russi, di sera o di notte, vi sconsigliamo caldamente di servirvi di simili mezzi!

Se volete provare a guidare la macchina da soli a Mosca, potete rivolgervi ad un’agenzia per il noleggio auto. La cosa migliore è cercarla in internet, ecco alcuni siti: "alfacar.ru", "moscowprokat.ru", "5052579.ru". Esistono alcune regole per il noleggio, ad esempio che il guidatore non deve avere meno di 25 anni e deve avere la patente di guida valida sul territorio russo.

Se non volete prendere né la macchina, né la metro, né l’autobus, potete prendere la bicicletta! Sfortunatamente, la bicicletta come mezzo per spostarsi non è molto popolare in Russia nelle grandi città. In primo luogo ciò dipende dal clima: per la maggior parte dell’anno in Russia il tempo è freddo e umido. Dovete riconoscere che andare in bicicletta con un tempo simile non è molto piacevole. D’inverno inoltre è semplicemente impossibile. Il secondo motivo è che nelle città non solo non ci sono piste ciclabili, ma alle biciclette non è nemmeno riservata una parte della carreggiata. Per questa ragione andare in bicicletta è molto pericoloso: l’uso di massa delle automobili in Russia è iniziato in tempi relativamente recenti, e la cultura della guida non ha ancora messo radici. In Russia, e in particolar modo a Mosca, molti autisti guidano in modo veloce e disattento, per cui in strada occorre essere molto attenti a tutto!

Vita culturale della capitale.

Mosca è sempre stata uno dei maggiori centri culturali. La vita culturale della capitale russa è tutt’oggi intensa e molto varia. Tenteremo di raccontare in breve che cosa possa esserci di importante e interessante da visitare a Mosca.

Come in qualunque altra antica città, a Mosca si trova una gran quantità di monumenti storici. Il più importante di essi, indubbiamente, è il Cremlino, un’enorme fortezza di pietra nel centro della città, costruita alla fine del XV secolo. Fino al XVIII secolo il Cremlino è stato residenza degli zar russi, per questo sul suo territorio si sono conservati diversi monumenti del passato: cattedrali, palazzi, il campanile di Ivan il Grande.

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Vicino al Cremlino si trova la Piazza Rossa, la principale piazza della città, sulla quale si possono vedere la Cattedrale di San Basilio (XVI secolo), il Mausoleo di Lenin (XX secolo), il Museo Storico (fine del XIX secolo) e altri monumenti interessanti.

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In Russia, dove la religione ortodossa fu adottata alla fine del X secolo, si è conservata una gran quantità di monumenti a carattere religioso: cattedrali, chiese, monasteri. Fra i monasteri più famosi di Mosca occorre ricordare il Monastero Novodevichij (XVI-XVII secolo). Sono interessanti non solo la storia e l’architettura del monastero (eccellente esempio di <>). Nella necropoli del monastero per secoli sono state sepolte le personalità più illustri del paese: scrittori, attori, artisti, personaggi politici.

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Fra i musei d’arte della capitale russa è necessario ricordare in primo luogo la Galleria Tretjakovskaja, una raccolta di opere di arte russa. Nell’edificio storico antico della Galleria Tretjakovskaja (vicolo Lavrushinskij) è esposta una collezione d’arte russa dai tempi più antichi fino alla Rivoluzione d’Ottobre del 1917. L’edificio nuovo della Galleria Tretjakovskaja è situato in un altro luogo (via Krymskij val): là si trova esposta l’arte russa e sovietica del XX secolo.

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Un’interessante collezione di arte dell’Europa Occidentale si trova nel museo Statale di arti figurative Pushkin. Nel Museo delle collezioni private – uno degli edifici del Museo di arti figurative Pushkin – si può vedere una delle collezioni più belle e complete di artisti impressionisti e postimpressionisti.

Con l’arte contemporanea è possibile fare conoscenza nel Museo di arte contemporanea (via Petrovka, 25) e in diverse altre piccole gallerie private di Mosca, fra le quali le più famose si trovano nel Centro d’arte contemporanea <>.

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Oltre ai musei d’arte, nella capitale ci sono musei dedicati a celebri studiosi, scrittori e artisti russi. Di musei ce ne sono così tanti, che è impossibile elencarli tutti; vi consigliamo piuttosto di consultare autonomamente il sito "museys.ru".

A Mosca ci sono molti luoghi in cui è possibile ascoltare musica classica e contemporanea. Per ascoltare musica classica, si deve andare al conservatorio di Mosca (via Bolshaja Nikitskaja). Nel conservatorio di Mosca c’è un’acustica meravigliosa, sul suo palcoscenico si sono esibiti musicisti quali Chajkovskij, Rachmaninov, Prokofev, Shostakovich, Rostropovich e molti altri.

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L’altro edificio, contemporaneo, che si chiama Casa della Musica, è stato costruito in tempi assolutamente recenti. In esso si trovano alcune sale, nelle quali viene eseguita non solo musica classica, ma anche in stile jazz, folk, etno, rock.

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La storia del teatro di Mosca è relativamente recente: il teatro fece la sua comparsa in Russia soltanto alla metà del XVII secolo, in compenso oggi a Mosca esistono oltre 100 diversi teatri e studi drammatici. Il più famoso teatro dell’opera e del balletto è il teatro Bolshoj. Al momento attuale esso si trova in ristrutturazione, ma accanto, sulla piazza Teatralnaja, è stato costruito apposta un edificio moderno, nel quale hanno luogo gli spettacoli del Bolshoj.

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Non meno popolari fra i moscoviti sono le opere e i balletti del teatro musicale di Stanislavskij e Nemirovich – Danchenko (via Bolshaja Dmitrovka). Le messe in scena di questo teatro sono sempre moderne e interessanti.

Fra i teatri drammatici di Mosca occorre ricordare uno dei più antichi, il teatro Malyj (sulla piazza Teatralnaja), dove vengono messi in scena prevalentemente i grandi classici russi.

I famosi registi russi Stanislavskij e Nemirovich – Danchenko fondarono, alla fine del XIX secolo, il Teatro Artistico di Mosca (MXT), celebre per le sue messe in scena delle opere di Chechov. Per questo motivo oggi il teatro MXT porta il nome dello scrittore russo Chechov. Di particolare fama godono oggi teatri quali il Teatro sulla Taganka, il Teatro del Leninskij komsomol, il Satirikon, il Sovremennik, il Teatro Majakovskij, il Centro Mejerchold e molti altri.

Per avere informazioni più approfondite sui luoghi di interesse turistico di Mosca potete consultare da soli il sito "moscow-hotels-russia.com"

Informazione culturale della lezione 8

Intorno a Mosca e oltre..

Peredelkino

Peredelkino è la località antica di campagna più vicina a Mosca: si trova a 20 km a sud-ovest di Mosca. Qui si sono conservati una bella natura e un’antica chiesa del XVII secolo con il cimitero. La storia di Peredelkino è molto interessante, ma la sua fama dipende in primo luogo dal fatto che a Peredelkino visse per molti anni (dal 1936 al 1960), nella sua casa di campagna, il grande poeta russo Boris Pasternak. Oggi la casa di Pasternak è diventata un museo. Oltre alla dacha di Pasternak, a Peredelkino è possibile vedere anche i musei di altri famosi poeti russi sovietici: del celebre poeta per l’infanzia Kornej Chukovskij e del poeta della seconda metà del XX secolo Bulat Okudzhava.

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Sergiev Posad

Sergiev Posad si trova a 70 km di distanza da Mosca, lungo la strada per Jaroslavl. Originariamente sul sito di questa cittadina si trovava una chiesa, quindi un monastero. Il monastero era dedicato alla Santa Trinità, ed era stato fondato dal monaco Sergej Radonezhskij nel XIV secolo. Sul territorio del monastero si sono conservati chiese, templi, campanili, palazzi di diversi periodi della storia russa fra il XV e il XIX secolo. Per la cattedrale maggiore del monastero – quella della Trinità – fu appositamente dipinta l’icona russa più famosa <>, ad opera del grande pittore Andrej Rublev.

Sergej Radonezhskij fu in principio un monaco, poi semplicemente priore del monastero, ma la sua influenza e la sua autorità sul popolo russo furono enormi. Da tutto il paese si recavano a lui per ricevere aiuto, consigli, benedizione – e rimanevano a vivere lì vicino: apparve così il villaggio, e poi la città di Troizk, che oggi porta il nome di Sergiev Posad.

Il complesso architettonico del monastero di Sergiev Posad si distingue per le sue straordinarie eterogeneità ed armonia. Il complesso si trova sotto la tutela dell’Unesco.

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Kolomna

Kolomna è una piccola città della provincia di Mosca, sorta circa 900 anni fa. Nei secoli XIV e XV era la seconda città dopo Mosca per importanza. Nella prima metà del XVI secolo a difesa dei confini meridionali dello stato fu costruito il Cremlino di Kolomna, un monumentale impianto architettonico, conservatosi fino al giorno d’oggi. All’interno del Cremlino si sono conservati monasteri e chiese a partire dal XVI secolo. Le cattedrali, i campanili e le chiese di Kolomna presentano gli stili architettonici più diversi: l’architettura ecclesiastica russa a tenda, il barocco russo, l’arte gotica russa, lo stile classico.

Dal colle, sul quale sorge il Cremlino di Kolomna, è possibile ammirare un panorama fantastico su tre fiumi: la Moscova, la Kolomenka e l’Oka.

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Suzdal

Suzdal è una delle città più antiche della Russia, situata a 240 km da Mosca. Rimasta miracolosamente integra nel corso della sua esistenza, ci permette oggi di immaginarci che aspetto avessero le antiche città russe di provincia nei secoli XVIII e XIX: una moltitudine di chiese antiche, monasteri, piccole case ad un piano, disperse qua e là, orti. Nel XII secolo la città fu, per breve tempo, capitale del grande principato di Vladimir e Suzdal. Oggi Suzdal è un centro turistico con un’ottima infrastruttura, nel quale è possibile riposarsi e conoscere molte cose nuove e interessanti sulla cultura russa.

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Vladimir

Vladimir è situata sul fiume Kljazma, vicinissima a Suzdal, la separano da essa appena 40 km. La storia di queste città è strettamente connessa.

Vladimir fu fondata nel 1108 dal principe Vladimir Monomaco, e per questo la città porta il nome di Vladimir. Con la fondazione di Vladimir nella città si trasferì di fatto da Kiev anche la capitale dell’antico stato russo. Prima della presa della città da parte dei mongoli-tatari all’inizio del XIII secolo Vladimir giocava un ruolo politico ed economico importantissimo. Qui sorsero le scuole di Vladimir e Suzdal: di pittura di icone, di architettura, di scrittura di cronache. Molte delle cattedrali in pietra bianca di Vladimir, fra cui le cattedrali Uspenskij e Dmitrovskij del XII secolo, rientrano nel numero dei luoghi del patrimonio mondiale protetti dall’Unesco.

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Jaroslavl

Jaroslavl è un’antica città russa, fondata circa 1000 anni fa nel punto di confluenza della Volga con il piccolo fiume Kotorosli. Jaroslavl fu fondata dal principe russo Jaroslavl il Saggio, e in suo onore porta il nome di Jaroslavl. Sullo stemma della città è raffigurato un orso, in piedi sulle zampe posteriori – simbolo di forza e previdenza.

A Jaroslavl si trovano molti edifici in stile classico del XVIII e XIX secolo, molte chiese e monasteri del XVII secolo. Il centro storico della città è fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. Jaroslavl è la patria del primo teatro drammatico pubblico, il cui fondatore alla fine del XVIII secolo fu l’attore russo Fedor Volkov.

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Tula

La città di Tula è situata a 193 km a sud di Mosca. La storia volle che Tula fosse una delle prime città che subirono gli attacchi nemici provenienti da sud. La battaglia più celebre, svoltasi sul territorio di Tula, fu la battaglia di Kulikovo, nel 1380. Questa battaglia è famosa nella storia russa perché fu la prima in cui le armate russe, guidate dal principe moscovita Dmitrij, ottennero una vittoria sui Tatari-Mongoli.

A Tula vengono prodotte da tempi lontani armi, - produzione che continua a tutt’oggi: è interessante a Tula il museo delle armi, ma in città esiste anche il museo dei biscotti detti <>, altra gloria di questa regione.

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Non lontano da Tula si trova il museo memoriale – tenuta di campagna del grande scrittore russo Lev Tolstoj, <>. In questa casa Tolstoj nacque, trascorse l’infanzia e, divenuto ormai uno scrittore famoso, visse in seguito lunghi anni. Nelle sue opere egli ha descritto questa casa, l’atmosfera del modo di vita aristocratico, gli alberi e la natura che circondano la tenuta. Tutto questo si può sentire ancora oggi a <>.

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Velikij Novgorod

Velikij Novgorod è una città dal destino storico insolito. Si trova lontano da Mosca, a più di 500 km a nord, sul fiume Volchov, il quale a distanza dalla città si immette nel lago Ilmen. Novgorod è più antica di Mosca, per la prima volta nelle cronache viene ricordata nell’anno 856. prima di Kiev la capitale dell’Antica Russia aveva sede proprio a Novgorod. Dal XII fino quasi alla fine del XV secolo la città si presentava come repubblica feudale di Novgorod, governata da un’assemblea popolare detta vece. All’interno delle terre russe questo fu l’unico esempio di governo democratico in tutta la storia della Russia (ci fu un’altra città-repubblica, Pskov, la quale, senza perdere la sua indipendenza, rientrava nell’insieme delle terre di Novgorod).

A differenza della maggior parte delle terre e dei principati russi, Novgorod non si sottomise al dominio tataro-mongolo: anche in questo si manifesta l’unicità del suo destino. Non a caso Novgorod era chiamata Velikij (Grande): si trattava infatti di una città ricca, economicamente e politicamente sviluppata, dedita al commercio e ben organizzata. A rovinare l’indipendente repubblica di Novgorod fu lo zar moscovita Ivan il Terribile, che alla fine del XVI secolo sconfisse crudelmente e assoggettò definitivamente la città, che da quel momento entrò a far parte del principato di Mosca.

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Kazan

Kazan è la capitale della repubblica del Tatarstan, che fa parte del territorio della Federazione Russa. Oltre la metà degli abitanti del Tatarstan sono tatari, un popolo di ceppo turco. I tatari vivono anche lungo le rive del fiume Volga, in Siberia, sugli Urali, in Kazakistan. I tatari sono musulmani, ed hanno una storia originale, tradizioni e cultura proprie.

Kazan apparteneva all’Orda d’Oro, e dalla metà del XVI secolo il canato di Kazan entrò a far parte del principato di Mosca, e poi dello stato di Mosca. Al giorno d’oggi Kazan è una città grande e moderna, e continua a svolgere un ruolo di intermediario commerciale e politico fra l’oriente e l’occidente.

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Pietroburgo

Attualmente Pietroburgo è la seconda città per importanza dopo la capitale, ma dal 1712 al 1918 ebbe sede proprio qui la capitale dell’Impero russo. Fu Pietro I a concepire e realizzare l’idea di fondare una nuova città sulle rive del golfo di Finlandia. Nel pianificare Pietroburgo, lo zar si orientò sul modello di città europee quali Amsterdam e Stoccolma. Ma la vita e le tradizioni russe, la cultura, la religione, il clima, la natura, apportarono i loro cambiamenti, e per questo, nonostante a Pietroburgo abbiano lavorato diversi specialisti provenienti dall’Europa, la città rimase tipicamente russa. L’architettura di Pietroburgo è unica, e nel 1990 il centro storico di San Pietroburgo e gli insiemi di parchi e palazzi situati nei dintorni della città sono stati inseriti nella Lista dei luoghi del patrimonio mondiale dell’Unesco in Russia.

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Non a caso Pietroburgo viene definita capitale culturale della Russia: oggigiorno qui si trovano più di 200 musei, 70 teatri, una moltitudine di biblioteche, centri espositivi e gallerie, ed hanno luogo diverse feste e festival. Tutta la vita del XIX secolo - <> - si è svolta in questa città. Tutti i più celebri scrittori, poeti,scienziati e artisti, filosofi e politici, hanno vissuto – chi più e chi meno – a Pietroburgo.

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Ma a Pietroburgo è possibile trovare non solo arte del periodo classico: è infatti una città vivace e moderna, che – ad esempio – è considerata capitale della cultura rock contemporanea russa.

Molto spesso Pietroburgo è detta <>. L’enorme, larga, viva Neva, scorre attraverso tutta la città, rappresentandone il perno e l’asse principale. Oltre alla Neva a Pietroburgo si trovano più di 100 fiumi e fiumiciattoli, e più di 20 canali. I ponti di Pietroburgo sono un’altra grande attrattiva della città. In particolare, è impressionante l’apertura dei ponti sulla Neva durante il periodo della navigazione estiva.

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Pietroburgo presenta un clima marino molto particolare: d’estate vi fa caldo, mentre l’inverno è mite e umido. Sono straordinarie le notti bianche nel periodo dalla fine di maggio alla fine di luglio: il sole tramonta molto tardi, sicché il crepuscolo serale praticamente coincide con quello del mattino. Tutta la città allora esce a passeggio per le strade, cercando di compensare i duri mesi invernali, in cui i pietroburghesi quasi non vedono il sole. La luce mistica delle notti bianche è ritratta dai pittori, ne scrivono poeti e scrittori, i compositori le dedicano la loro musica.

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Tempio e icona.

Viaggiando per la Russia, incontrerete una gran quantità di monumenti artistici, la maggior parte dei quali sono monumenti storici di carattere religioso. Al fine di gioire a pieno della contemplazione di questi monumenti, è necessario innanzi tutto avere almeno una piccola idea di quelle che siano la cultura e la chiesa ortodosse in Russia.

Lo stato presente all’inizio del Medioevo sul territorio della pianura dell’Europa orientale si chiamava Rus’ di Kiev, perché il centro di questo stato era Kiev. Lo stato era forte e influente, e a capo di esso si trovava il Principe di Kiev. Alla fine del X secolo, sotto il principe Vladimir, la Rus’ di Kiev adottò la fede cristiana nella sua variante orientale – l’ortodossia. L’ortodossa Bisanzio, con a capo Costantinopoli (che nella Rus’ era detta <>, cioè città dello zar) era all’epoca il più potente stato d’Europa. A partire da quel momento iniziarono a chiamare il principe Vladimir, che aveva battezzato la Rus’, Vladimir Krestitel (“che battezza”), e la chiesa ortodossa russa lo eresse al rango di santo.

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Insieme all’ortodossia da Bisanzio giunsero in Russia anche libri ortodossi, riti ecclesiastici, architettura, e i primi sacerdoti. I templi ortodossi, che iniziarono a costruire dapprima maestri stranieri, e poi anche locali, presentavano una pianta a forma di croce, e sulla cima una o alcune cupole. Per questo motivo tali chiese sono dette “a croce e cupola”. Fra le prime chiese ortodosse ricordiamo la cattedrale di Sofia a Kiev (inizio dell’XI secolo) e la cattedrale di Sofia di Velikij Novgorod (inizio del XII secolo).

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All’interno delle chiese russe ortodosse non ci sono né panche, né sedie; le persone assistono in piedi alle cerimonie, per quanto lunghe esse possano essere. Anche nella decorazione degli interni nella Rus’ seguivano l’esempio della grande Bisanzio: si servivano di mosaici, affreschi e icone. Non esisteva la tradizione di dedicare statue ai santi. Le icone erano disposte alle pareti della chiesa, ma soprattutto ad una parete speciale, che divideva l’altare dal luogo in cui si trovavano i parrocchiani, detta iconostasi.

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In principio l’iconostasi non era grande, e le icone vi venivano disposte in un’unica fila. Gradualmente, fino al XV secolo, l’iconostasi crebbe fino a toccare il soffitto e ad ospitare diverse file di icone. La disposizione delle icone segue regole molto severe. Al centro dell’iconostasi c’è una porta, chiamata <> ( “porte reali”). Nel corso della settimana di Pasqua, la festa più importante per gli ortodossi, le porte reali restano sempre aperte, mentre il resto dell’anno lo sono solo durante determinate cerimonie. Solo il sacerdote aveva il diritto di varcare le porte reali.

L’arte della pittura di icone raggiunse nella Rus’ una fioritura inusitata. I pittori di icone non erano soliti autografare le loro opere, per questo, salvo rare eccezioni, non conosciamo i loro nomi. Uno degli obblighi principali da parte del pittore di icone era seguire le ferree regole della scuola di Bisanzio. L’icona è simbolica, il suo fondatore doveva sforzarsi di mostrare l’eterno, il perenne. L’icona <> ai parrocchiani, spesso analfabeti, nella sua lingua. Le persone potevano “leggere” la trama senza parole, riconoscevano volti e figure attraverso dettagli e determinati colori delle vesti che si ripetevano; potevano sentire cosa si celava dietro la simbolica dei vari colori, gesti e pose dei santi. Al fine di sottolineare la natura spirituale del santo, gli artisti modificavano le proporzioni dei corpi e dei volti: il viso si faceva piccolo, tutta la figura si allungava, venivano marcati in particolar modo le pieghe e il colore della veste, etc. Nelle icone ci imbattiamo nella prospettiva <>: nella raffigurazione dello spazio l’oggetto o il viso più importante appariva di dimensioni maggiori che non uno in secondo piano, indipendentemente da come lo vede l’occhio umano. In questo modo si conseguiva lo scopo principale: la correlazione, il rapporto spirituale fra l’uomo e Dio.

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Fino al XVII secolo nella Rus’ si sviluppò praticamente solo la pittura di icone, non era nota altra forma di arti figurative. In vari luoghi e città sorsero proprie scuole originali di pittura di icone: a Novgorod, a Vladimir e Suzdal, a Jaroslavl, a Mosca e in altri luoghi.

Informazione culturale della lezione 9

Venite a trovarci!

In Russia amano incontrarsi a casa: conoscenti, amici e parenti vanno volentieri a farsi visita l’un l’altro. In Russia la tradizione di incontrarsi a casa, anziché al ristorante, è antica: in casa l’atmosfera è informale, è caldo e comodo, la padrona di casa può dare prova delle sue capacità culinarie, etc. Inoltre in epoca sovietica i caffè erano troppo brutti, e i ristoranti troppo cari.

Sono diversi i motivi per cui si può essere invitati a casa di qualcuno: per una festa (Capodanno, Natale, Carnevale, Pasqua, 1 maggio, 9 maggio), per un compleanno, oppure semplicemente per il piacere di passare un po' di tempo insieme, soprattutto in estate.

Passare allegramente il tempo insieme per i russi significa, innanzi tutto, conversare, parlare a tavola. In Russia si è sempre data una grande importanza alla tradizione di dare bene e abbondantemente da mangiare agli ospiti. La maggioranza della popolazione solitamente conduceva un’esistenza molto povera, mangiava male, per questo un tavolo ben allestito per gli ospiti era segno di ospitalità, amicizia e gioia per l’arrivo dei visitatori da parte del padrone di casa. L’epoca della fame è passata da tempo, ma la tradizione si è conservata: i padroni di casa – e in particolar modo proprio la donna, la padrona – si sforzano di preparare quante più pietanze gustose e varie.Sul tavolo dispongono i migliori vini e vodka, a dimostrazione che per i cari ospiti non si risparmia su nulla. Non a caso è rimasta l’usanza, negli incontri ufficiali, di offrire agli ospiti <>, cioè pane con il sale. Il pane è stato per secoli nella Rus’ il principale alimento, mentre il sale era una rarità, e veniva apprezzato moltissimo. Da lì è passato nella lingua russa il termine «chlebosolnyj» (lett. “di pane e sale”), che è un sinonimo di <>.

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La donna russa prepara da mangiare, apparecchia, mette in ordine e spesso lava i piatti lasciati dagli ospiti. Vi domanderete che piacere provi ad invitare ospiti? Si deve stancare così tanto! È vero, si stanca molto, ma – innanzi tutto – secondo le tradizioni russe la donna ha il compito di occuparsi di tutto questo a casa, è una cosa normale. In secondo luogo, gli ospiti la elogiano per la sua bellezza, per l’appartamento, per il buon cibo, le fanno di continuo complimenti, - e lei prova gioia e fierezza per sé stessa e per la sua famiglia, il che le rende le forze.

Di solito gli ospiti si riuniscono la sera, ma non molto tardi, alle 18 – 19. Gli uomini, di norma, si presentano con un piccolo regalo: una torta, una scatola di cioccolatini, dei fiori, una bottiglia di vino. È un regalo per la padrona di casa, per la sua premura. Poiché gli appartamenti dei russi nella maggior parte dei casi sono piccoli o molto piccoli, allestire un buffet all’in piedi non è cosa facile: manca lo spazio. Per questo tutti si mettono subito a sedere a tavola. Il tavolo è il luogo più importante, l’oggetto principale nella casa, quando ci sono ospiti.

Una volta che gli ospiti si sono seduti, la padrona li invita a provare le vivande da lei cucinate. I russi non hanno la tradizione di bere l’aperitivo, come nei paesi europei. Tutti si mettono subito l’antipasto nel piatto, si versano nei bicchieri vino o vodka, e aspettano.

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Aspettano fino a che non sarà scelto il <>, che <> la tavola. La parola <> - <> - è georgiana, e l’usanza di scegliere un tamada a tavola è giunta in Russia dalla Georgia e in epoca sovietica si è diffusa dappertutto. Il tamada, o conducente, può essere o uno degli ospiti, o il padrone di casa, ma deve essere un bravo organizzatore e una persona allegra, che conosce gli ospiti presenti. Il tamada pronuncia il primo brindisi, e poi passa la parola a ciascuno degli ospiti, affinché anche loro pronuncino un loro brindisi. In questo modo, la tavola si trasforma in una sorta di allegro e divertente spettacolo. Solitamente bevono alla salute degli ospiti, e - alla fine del pasto - dei padroni di casa. Se gli ospiti si sono riuniti per festeggiare un compleanno, ciascuno di loro nel brindisi parla del festeggiato, di ciò che in lui gli piace, che gli sembra importante, etc. In Russia non usa versarsi da bere da soli e bere alcolici, quando se ne ha voglia. Di solito dopo il brindisi si toccano i bicchieri e si beve tutti insieme.

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Indubbiamente, al giorno d’oggi la tradizione del convito russo sta progressivamente venendo meno. Sempre più persone vogliono andare al ristorante o al caffè, per rilassarsi e festeggiare, ad esempio, il compleanno. Sempre meno le donne giovani vogliono (o hanno tempo e voglia) di invitare ospiti a casa. Ma questo processo ha avuto avvio solo nelle grandi città, altrove continuano a vivere secondo le vecchie tradizioni dell’ospitalità russa.

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Le feste russe.

I russi amano molto riposarsi e celebrare le feste, cosa in cui non sono molto originali, non è vero? La particolarità è un’altra: in Russia amano celebrare qualsiasi festa, le più diverse – vecchie e nuove, pagane e ortodosse, autoctone russe e importate. Non meravigliatevi!

Capodanno.

Capodanno.Capodanno è la festa con la quale comincia l’anno nuovo. Questa festa oggi amatissima è in realtà relativamente giovane, si iniziò a festeggiarla in Russia dall’anno 1700, per ordine dello zar Pietro I. Fu a quel tempo che iniziarono a decorare e mettere nelle case abeti, nonché ad imbandire le tavole.

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Il Capodanno è una festa invernale, che coincide con il Natale e le feste natalizie cristiane. Prima della rivoluzione la festa più importante era il Natale Ortodosso. Il periodo che andava dal Natale all’Epifania (il 19 gennaio) – chiamato <>, sere sante - era il più allegro e interessante dell’inverno. In particolar modo questo tempo era amato dai bambini, per i quali venivano addobbati gli abeti, si portavano regali e invitavano gli ospiti.

In Russia oggi non esistono delle vacanze ufficiali per Natale, ma è comunque un periodo di riposo e di lavoro rilassato. La gente va a passeggio, a far visita agli amici, si riposa fuori città o all’estero, va al cinema e al teatro.

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Per via dei cambiamenti nel calendario il giorno del Natale ortodosso oggi cade il 7 gennaio. Molte persone in Russia festeggiano prima il Natale cattolico il 25 dicembre, insieme a tutto il mondo cattolico. Dopodiché tutto il paese festeggia il Nuovo Anno (31 dicembre, 1 e 2 gennaio), e poi il Natale ortodosso il 7 gennaio. Non pianificate affari importanti in Russia all’inizio di gennaio – i russi si riposano!

23 febbraio, 8 marzo e… 14 febbraio

In epoca sovietica nel paese comparvero due feste interessanti e popolari: l’8 marzo e il 23 febbraio. In principio esse recavano, ovviamente, un <> politico: la festa dell’8 marzo si chiamava ufficialmente giornata Internazionale della Donna (e fu istituita in onore delle donne che si erano battute per i loro diritti).

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Il 23 febbraio invece in URSS fu proclamato data di nascita dell’esercito – l’Armata Rossa.

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Ma poco a poco l’8 marzo divenne festa della Donna: madre, sorella, moglie, figlia, in generale di tutte le donne. In questo giorno alle donne si offrono fiori e regali, si fanno complimenti a casa e a lavoro. E poiché in Russia le donne amano i loro uomini, decisero che era ingiusto lasciarli senza una analoga festa. E così la festa ufficiale del Giorno del Difensore della Patria, il 23 febbraio, si trasformò in… giorno degli Uomini, in cui le donne fanno regali ai loro padri, mariti, fratelli e colleghi. Le feste sovietiche preferite hanno attraversato la loro epoca storica e continuano tutt’oggi a rallegrarci.

Ad esse vuole unirsi oggi anche una nuova festa, giunta dall’America: il giorno di San Valentino, 14 febbraio, la festa degli innamorati. Tale festa ha fatto la sua comparsa in tempi recentissimi, ma i giovani già si mandano attivamente biglietti d’auguri, regali e congratulazioni…

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Pasqua

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Come è noto, l’Unione Sovietica era un paese di atei, i cittadini sovietici non festeggiavano né il Natale, né tanto meno la Pasqua, festa più importante della religione ortodossa. Oggi è cambiato tutto: la Pasqua è diventata una festa ufficiale. E anche se non tutti in Russia sono credenti, tuttavia la Pasqua, in virtù della tradizione, è festeggiata dalla maggioranza della popolazione: tutta la famiglia con gli amici si raduna intorno alla tavola imbandita. Obbligatoriamente sulla tavola si trovano le pietanze rituali di Pasqua: il kulich, le uova colorate e il dolce di Pasqua alla ricotta.

Masleniza

40 giorni prima della Pasqua in Russia si festeggia una delle feste più antiche – la Masleniza. La Masleniza è una festa pagana, che esisteva già prima che fosse adottata la religione ortodossa in Rus’, nel X secolo. È dedicata all’inverno che se ne va, e all’arrivo della primavera.

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La Masleniza russa per riti e significati è molto simile al carnevale europeo: le persone giocano, ballano, indossano abiti buffi, mangiano cibi tipici, fanno pupazzi divertenti. In Russia oggi è rimasta di fatto la tradizione di mangiare piatti tipici (per ulteriori informazioni vedi la sezione sulla cucina russa), ma è possibile anche assistere ai festeggiamenti in strada. Ovviamente la Masleniza non è una festa ufficiale, ma è nondimeno viva e attuale.

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1 maggio

La più gioiosa festa di primavera, anch’essa rimasta dall’epoca sovietica, è il 1 maggio. Un tempo questa era la festa della solidarietà internazionale dei lavoratori, quando in tutto il paese si svolgevano manifestazioni di lavoratori che portavano cartelli con scritto <>, oppure <>.

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Quell’epoca è finita, ma la festa – tanto amata da tutti – è rimasta, cambiando il nome in Festa della primavera e del lavoro. A maggio finalmente inizia la primavera in Russia, compaiono le prime foglie sugli alberi, in cielo splende il sole (se non nevica, il che a volte pure succede…). Molti russi per la prima volta dopo l’inverno in questo giorno vanno in dacha, luogo in cui possono non solo riposarsi, ma anche lavorare un po’. Così che il nome attuale della festa del 1 maggio è più che appropriato!

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9 maggio, Festa della Vittoria

La più importante festa di tutto il popolo è il 9 maggio, Giorno della Vittoria. E’ il giorno in cui tutti i giornali e le stazioni radio sovietiche annunciarono la totale capitolazione della Germania fascista. Per un paese che nella guerra – da noi detta Grande Guerra Patriottica - ha perso più di 27 milioni di persone, si trattò di una vittoria non facile, per questo il Giorno della Vittoria fu tanto più felice. Sulla Piazza Rossa a Mosca (e in altre grandi città) si organizzano belle e maestose parate militari.

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Quando erano ancora vivi i veterani della guerra, ogni anno si riunivano a Mosca davanti al teatro Bolshoj, per reincontrarsi. Nelle varie città i veterani prendevano parte alle trionfali parate della Vittoria. Ma il tempo passa, e al giorno d’oggi di tali persone non ne sono praticamente rimaste…

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Informazione culturale della lezione 10

I simboli russi: la balalaika, il samovar, la matrioska, il cappello con i paraorecchi.

Un tempo il samovar, la balalaika e la matrioska erano veramente molto popolari in Russia: il samovar si trovava in ogni abitazione, perché altrimenti non era possibile bere il the; senza musica – prima di tutto della semplicissima balalaika – come si poteva andare a una festa? E la matrioska era la bambola più comune e comprensibile in ogni famiglia. Oggi è cambiato tutto: nelle famiglie russe non troverete né balalaike, né samovar, e le matrioske le comprano al mercato solamente gli stranieri…

Tuttavia, è possibile ascoltare il suono della balalaika ancora oggi nei complessi di musica popolare russa. Si tratta di un piccolo strumento musicale con tre corde, tese su un corpo triangolare. Il suono della balalaika, che è conosciuta in Russia a partire dal XVIII secolo, è squillante e aperto. Il nome <> in russo suona simile ai verbi <>, vale a dire <>.

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La balalaika, evidentemente, era così popolare fra la gente semplice grazie alla facilità con cui la si può suonare. Con l’accompagnamento della balalaika era facile cantare canzoni, ballare, e soprattutto eseguire <> popolari – stornelli improvvisati, brevi, semplici e leggeri, dal contenuto scherzoso. Eccone un esempio:

Una volta Fedja non chiuse
In bagno entrambi i rubinetti,
Per rammentare a tutti i vicini
Il destino del “Titanic”.


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Samovar

Il samovar è un antico strumento usato per bollire l’acqua e preparare il tè. Ad inventare questo sistema furono in cinesi, ma in Cina non hanno mai preparato il tè con l’aiuto del samovar.

Al centro del samovar si trova un tubo, nel quale viene messo del materiale che brucia: carbone, pigne, legno; l’acqua riempie lo spazio che rimane fra il tubo e la parete esterna del samovar. Affinché il materiale messo nel tubo bruci bene e scaldi velocemente l’acqua, al samovar viene aggiunto in alto, in modo da creare risucchio, un lungo tubo. L’acqua che esce a bollire all’interno del samovar rimane calda molto a lungo. Quest’acqua viene poi usata per preparare il thè in una piccola teiera a parte.

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I primi samovar comparvero in Russia nella città di Tula, alla fine del XVIII secolo. Tula è un famoso centro di produzione delle armi; e fu proprio uno dei maestri delle armerie locali che realizzò il primo samovar artigianale. I samovar poco a poco divennero popolari, la loro produzione crebbe, e quella che era nata come una produzione artigianale si trasformò in una vera e propria industria. Alla metà del XIX secolo solo a Tula esistevano già 28 fabbriche di samovar, che producevano 120mila samovar all’anno! I samovar erano dei tipi più diversi: da 3, da 5, da 10 e persino da 25 litri d’acqua.

Al giorno d’oggi gli autentici samovar sono usati raramente, tuttavia Tula continua come un tempo a produrre samovar, che scaldano l’acqua sia con il metodo tradizionale che a corrente elettrica. Nel caso capitaste a Tula, dovete necessariamente visitare il museo dei samovar, nel quale è possibilei non solo vedere un’enorme quantità dei più diversi samovar, ma anche conoscere la loro storia.

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Matrioska

La matrioska è comparsa in Russia in tempi affatto recenti, non più di 100 anni fa. Una bambola giapponese, fatta col principio della <> - cioè di una figura inserita dentro l’altra – fu regalata ad una fabbrica moscovita che produceva bambole. La bambola giapponese, che raffigurava il saggio Fukuruma, fece un’enorme impressione su un maestro russo, che lavorava in quella fabbrica. Ed egli realizzò una sua bambola, composta da figure di bambini e bambine. Le figure furono dipinte dall’artista Sergej Miljutin. La figura principale era una ragazza vestita con gli abiti tradizionali russi: sarafan, fazzoletto e grembiule; la figura più piccola era invece di un bambino. La bambola fu chiamata <> - forma diminutiva-vezzeggiativa del nome russo <> (che, a sua volta, proveniva dalla parola latina <>).

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La bambola matrioska piacque a tutti, e alcuni piccoli laboratori della cittadina provinciale di Sergiev Posad iniziarono a produrla; gli ordini per la matrioska non si sono più fermati, e la fantasia degli artisti non si è esaurita fino al giorno d’oggi.

Il cappello con i paraorecchi

Come cappello invernale da uomo già da tempo in Russia riscuote un grande successo il cappello con i paraorecchi, chiamato <>. <>, perché nel grande freddo ripara le orecchie. Ma questo cappello ripara non solo le orecchie, bensì anche la fronte, quando c’è vento forte. Il cappello è fatto in modo che quando fa caldo si possono sollevare alcuni elementi, mentre quando fa freddo si possono abbassare e chiudere. Secondo una versione dei fatti questo modello di cappello sarebbe arrivato in Russia dalla Scandinavia, più precisamente dalla Finlandia, ma finora nessuno ha potuto confermarlo. Resta il fatto, che l’ushanka iniziò ad essere associata all’abbigliamento russo, probabilmente perché risponde perfettamente al clima di questo paese. Nel 1940 il cappello fu addirittura scelto come copricapo invernale per l’esercito e per la polizia.

Oggi in inverno per la strada si possono incontrare ushanke dei più diversi modelli: dai semplici e poco costosi cappelli di lepre fino a varianti realizzate con pelliccia molto cara, e da designer famosi. Ma i fatti restano fatti: per gli uomini in inverno non esiste copricapo migliore dell’ushanka!

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Uomini e donne in Russia.

Quando si domanda agli stranieri in Russia che cosa gli piace di più nel paese, spesso si riceve una strana risposta: le donne russe (ed è, ovviamente, la risposta degli uomini). In questa risposta scherzosa, in realtà, c’è un gran fondo di verità: la statistica dimostra che il numero di donne russe che si sposano con uomini stranieri cresce di anno in anno. Per di più le donne russe sposano tanto europei e americani, quanto cinesi e giapponesi. Sorgono allora due domande: per quale motivo le donne russe piacciono tanto a tutti, e cosa c’è che non va negli uomini russi?!

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Che le donne russe siano belle è la verità, ma questa non è la cosa più importante. Quello che conta, è come si comportano e a cosa danno la priorità nella loro vita. Per motivi storici si è sempre verificato che gli uomini in Russia fossero pochi (fenomeno che caratterizza soprattutto il XX secolo). Le donne russe si ricordano di questo fatto a livello <> e ne traggono le loro conseguenze: vogliono per forza piacere agli uomini, conquistarli, perché la concorrenza (in particolar modo con l’età) è grande.

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La prima cosa alla quale si fa attenzione è l’aspetto esteriore. La donna russa dà molta importanza all’estetica, all’abbigliamento e al trucco. Persino d’inverno la maggior parte delle donne in Russia porta stivali con i tacchi alti! La donna prima di tutto pensa a come essere bella e attraente. Il fatto che questo possa essere estremamente scomodo e dannoso per le gambe, almeno temporaneamente si può dimenticare. La volontà di apparire belle si manifesta anche nel vestiario alla moda e appariscente, nel trucco vistoso, nell’abbondanza di gioielli alle mani, al collo e alle orecchie. Bellezza ad ogni costo, unita al desiderio di piacere agli uomini. Gli uomini questo lo vedono, lo sentono, e – ovviamente! – gli piace molto.

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Di natura le donne russe sono riservate, lavoratrici e premurose.

Tutte le donne sono di per sé emotive, quelle russe sono estremamente emotive e romantiche. Le donne russe amano in maniera sconfinata e senza calcoli, spesso senza pensare agli aspetti reali della vita. La passionalità e il romanticismo delle donne contribuiscono pure non poco a conquistare gli uomini.

In Russia, nonostante la rivoluzione, le guerre e gli altri sconvolgimenti, si è mantenuto uno sguardo conservativo e tradizionale sul ruolo della donna nella famiglia e nella società. L’uomo rimane ancora oggi a capo, mentre il ruolo della donna è di tutelare il focolare domestico ed educare i figli. È ovvio che oggi la maggior parte delle donne lavora, ma questo non significa che la carriera occupi un posto molto importante nella loro vita. No, il posto principale continua ad essere occupato, come prima, dalla famiglia: marito, figli, casa ed economia domestica. Le donne non pretendono nemmeno di accedere al grande business, o alla politica: e chi ce le manderebbe? E poi loro stesse sono convinte che, ahinoi, quello non sia il loro posto…

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E gli uomini russi? Per gli uomini russi (e non solo) oggi corrono tempi difficili.

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Da una parte, i bambini russi vengono educati fin dal’infanzia nello spirito di un ideale di virilità, magnanimità e onestà. Il bambino non può offendere le femmine, perché i veri uomini non lo fanno; i bambini non possono piangere, poiché i veri uomini non piangono; il bambino non può fare questo e non può fare quello. Un vero uomo deve essere fisicamente forte, sicuro di sé, equo, attivo e persino aggressivo; questo è normale e giusto. Appena cresciuto un po’, divenuto adolescente, il bambino fuma a scopo dimostrativo, parla a voce alta, beve birra, dice parolacce, - tutto per farsi vedere: <>. È questo il modo superficiale e ingenuo in cui lui intende l’essere un uomo vero.

Dall’altra parte, non tutti possono essere eroi, ma ammettere la propria umana debolezza, l’insicurezza in mezzo agli altri uomini non è possibile. Mostrare compassione, pietà, pazienza, o in generale manifestare i propri sentimenti, in una compagnia maschile in Russia è decisamente fuori luogo.

Educati in un sistema in cui l’uomo gioca un ruolo di leader nella famiglia, gli uomini spesso si smarriscono nella vita moderna, laddove – soprattutto nelle grandi città – la donna guadagna talvolta quanto l’uomo, se non di più. E anche se la donna, la moglie non rimprovera mai il marito, egli si sente tuttavia psicologicamente a disagio. La situazione peggiora, se l’uomo attraversa problemi seri sul lavoro. In una situazione simile l’uomo russo non può distrarsi occupandosi della famiglia, dei figli, aiutando la moglie nelle faccende di casa, poiché questo non è il suo ruolo sociale. Sopporta molto male lo stress psicologico, il quale – come è noto – il più delle volte in Russia si elimina nel modo più primitivo ma efficiente: con la vodka.

Tuttavia non va tutto così male. Gli uomini russi, così come le donne, sono lavoratori e allo stesso tempo romantici, emotivi e passionali – meglio di tutti li ha descritti lo scrittore russo Dostoevskij. Se un uomo ama una donna, è pronto a tutto per conquistarla: la corteggerà nel modo più bello, la ricoprirà di fiori, le farà ogni giorno complimenti e regali costosi, senza contare né soldi né tempo…

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Inoltre in Russia esiste l’amicizia maschile. È ovvio che gli uomini fanno amicizia anche negli altri paesi, ma soltanto in Russia l’amicizia fra uomini occupa un posto così serio e importante come nella vita degli uomini, soprattutto giovani. Un russo può avere colleghi di lavoro, conoscenti, ma questi non sono amici. Gli amici di solito sono pochi, talvolta ci sono solo una o due persone che si possono chiamare <>. L’amico è una persona che spesso ci è più vicino di un padre o di un fratello. Un amico ti aiuta in qualunque situazione difficile, si può andare da lui in qualunque momento, gli si può raccontare tutto di sé, gli si può confidare qualunque segreto. Un’amicizia del genere spesso nasce durante l’infanzia, la giovinezza, per poi rimanere per lunghi, lunghi anni, a prescindere da come cambino le circostanze. Su quest’amicizia sono state scritte molte canzoni e poesie, in essa credono i bambini russi, per quanto, nella realtà, non tutti abbiano la fortuna di conservare un’amicizia così.


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